La famosa "Casta": spesso se ne parla a sproposito senza neppure conoscere i dati disponibili/Sembra che la colpa qui in Italia sia soltanto della classe politica. E intanto la democrazia sta prendendo una china assai pericolosa

Chi oggi si ricorda come il fascismo riuscì a conquistare il potere?

di Francesco Nucara

Casta! A leggere il significato letterale sul Devoto-Oli troviamo, tra le altre, questa definizione: "Classe o ordine di persone che si considera, per nascita o per condizione, separata dagli altri e gode, o si attribuisce, speciali diritti o privilegi".

E’ difficile stabilire se nel nostro Paese esista "la" casta o "le" caste. Non siamo in India con i bramini o in Cina con i mandarini: siamo in una democrazia compiuta, quantomeno formalmente. A sentire talk-show e a leggere libri e articoli di giornali, sembra che la casta sia una sola: quella della classe politica.

Perfino alti esponenti istituzionali, quali i presidenti di Camera e Senato, con le loro dichiarazioni, danno giustificazione a che la classe parlamentare venga sbeffeggiata, insultata e dileggiata.

Non si accorgono della pericolosa china che la democrazia italiana sta prendendo. Sarebbe sufficiente ricordare come è nato il fascismo: antipolitica, antipartiti e salvatori della patria. Ci siamo quasi!

Se la signora Carla Cantone, segretaria dello SPI (sindacato pensionati della Cgil) si permette di dire che i tagli alla politica non sono presenti nella manovra, e quindi la politica "fa un po’ schifo", vuol dire che siamo pronti per arrivare all’uomo della provvidenza ("p" minuscola).

Cerchiamo allora di analizzare i privilegi della "Casta" politica, vivisezioniamo tutte le voci che contribuiscono, sotto qualsiasi forma, a determinare l’emolumento finale percepito dal parlamentare.

Partiamo dalla Costituzione, se ancora vale anche per i presidenti di Camera e Senato.

L’art. 67 recita: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato". E di seguito l’art. 69 stabilisce: "I membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge".

L’indennità, che non è uno stipendio, secondo la legge 1261 del 1965, spetta "...ai membri del Parlamento (…) per garantire il libero svolgimento del mandato".

Come si è determinato l’ammontare di quest’indennità parlamentare?

Essa è quantificata per legge in un dodicesimo mensile del trattamento economico massimo annuo lordo di un magistrato con funzioni di presidente di sezione di Cassazione. Non sono dunque i parlamentari a determinare il quantum della loro indennità, bensì una legge dello Stato che aggancia la retribuzione mensile ad altra categoria dell’apparato statale. E’ bene precisare che, su iniziativa dei presidenti delle Camere, si è individuato un parametro stipendiale inferiore rispetto a quanto previsto dalla legge del 1965, che oggi si aggira circa al 70% degli emolumenti stipendiali percepiti da un magistrato equiparato a presidente di sezione di Cassazione.

Per i parlamentari ci sono altre riduzioni, se nel corso del loro mandato usufruiscono di altri redditi da lavoro o assimilabili. L’indennità netta mensile di un deputato oscilla tra i 4.700 e i 4.900 euro.

Venga a prendere un caffè da noi: ecco i costi della Casta

Costo mensile

Si hanno poi altre indennità che contribuiscono a determinare il "costo" mensile per ogni parlamentare. La cosiddetta "diaria" che era di 4.000 euro (ridotta dal 1 gennaio 2011 a 3.500), è dovuta per le spese di soggiorno che il parlamentare deve sostenere durante la sua permanenza nella Capitale, al fine di seguire i lavori parlamentari, ed è comunque agganciata all’effettiva presenza del parlamentare ai lavori in aula, e da qualche giorno anche ai lavori delle Commissioni.

Poi c’è il contributo per i cosiddetti "portaborse". Su questo problema esiste una perenne polemica. Anche questo contributo è stato ridotto dal 1° gennaio 2011 da 4.678 a 4.180.

Ora è pur vero che parecchi parlamentari, per non dire la stragrande maggioranza di essi, non avendo l’obbligo di documentare, non usufruiscono degli assistenti e arricchiscono i loro conti correnti anche con questa indennità. A questo proposito gli uffici di Presidenza potrebbero adottare il sistema in uso nel Parlamento Europeo e pagare essi direttamente gli assistenti indicati dai parlamentari. Si occuperebbero circa 3000 giovani e meno giovani, il parlamentare usufruirebbe di un’assistenza reale: e pazienza se il suo conto corrente si prosciugherebbe un po’!

Ci sono circa 1.600 euro per spese accessorie di viaggio (i taxi da e per l’aeroporto) e spese telefoniche. Un qualsiasi lavoratore di una qualsiasi azienda utilizza telefoni e mezzi dell’azienda per spostarsi. Il rimborso forfettario delle spese telefoniche si è determinato proprio per evitare abusi. Stendiamo un velo pietoso sulle tessere del Coni per l’ingresso gratuito alle manifestazioni sportive e sulle tessere dell’Agis per l’accesso gratuito ai cinema. Ambedue le tessere devono essere richieste e se il deputato Borghesi dell’Idv si scandalizza di ciò e mostra a un’emittente televisiva la propria tessera Coni, ci deve spiegare perché l’ha richiesta!

Vitalizio

E veniamo al punctum dolens di questi giorni: il vitalizio. Concettualmente il vitalizio è cosa ben diversa dalla pensione di qualunque lavoratore. Esso non ha la funzione che ha la pensione. Oggi si parla del sistema contributivo per le pensioni, ma fino a ieri parlavamo di sistema retributivo. E’ il caso del vitalizio, che nella mente dei costituenti e dei legislatori serviva anche per consentire all’ex parlamentare un certo decoro di vita alla fine del suo mandato. Sul "costo" del vitalizio e sulla sua determinazione giornalisti e scrittori hanno dichiarato falsità o quantomeno storture per facile "cattura" dei lettori. Non si tratta di tutelare i diritti acquisiti, ma di concertare il cambiamento di sistema. Se anche il vitalizio dovrà passare al sistema contributivo e quindi considerare il parlamentare come un qualunque dipendente (ma non era senza vincolo di mandato?), sarà pure necessario consentire al deputato o al senatore di strutturare in maniera diversa tutta la fase stipendiale degli emolumenti percepiti.

Privilegi?

E veniamo ai privilegi della Casta. Il cibo: troverete qui accanto il costo di un caffè al bar del Campidoglio, confrontato con il costo del caffè alla buvette della Camera. Ai lettori il compito di trarre le conclusioni. E’ bene precisare che alla buvette, come al ristorante mensa della Camera, la stragrande maggioranza degli avventori sono giornalisti e dipendenti: saranno anche loro Casta?

Non ho sentito parlare, salvo qualche rara eccezione, dei contributi elettorali, della loro struttura e del vergognoso doppio contributo. Ci spieghiamo meglio. Tutti i partiti che partecipano alla competizione elettorale nazionale o regionale (sic) con proprie liste percepiscono un contributo elettorale non in relazione al numero dei voti ottenuti, ma proporzionalmente sulla base degli aventi diritto al voto. Cosa ancor più grave, per tutta la prevista durata della legislatura, indipendentemente dalla sua effettiva durata. Oggi abbiamo partiti che non sono più in Parlamento, ma che fino a luglio 2011 hanno percepito i contributi elettorali per il periodo 2006-2011 e abbiamo partiti che dal 2008 al 2011 hanno percepito doppio contributo.

Altro che Casta! Partitocrazia allo stato puro. L’allora presidente della Camera Pierferdinando Casini si inventò la Fondazione Camera dei Deputati.

Il presidente della Fondazione per Statuto era ed è il presidente non rieletto della Camera. Un flop economico assoluto, uno spazio enorme accanto a Montecitorio per vendere gadgets che nessuno ha mai comprato. Ogni tanto si edita qualche libro indicativo dell’orientamento politico del presidente di turno. Soldi buttati!

Uffici

Abbiamo pure gli ex presidenti della Camera, spesso non più parlamentari, che usufruiscono di lussuosi uffici nel Palazzo, con relativa struttura di commessi e assistenti, con auto blu con autista ecc. e in qualche caso con doppia fruizione di benefit per i ruoli parlamentari che ricoprono. I santi però non si toccano, basta prendersela con i credenti! Pensiamo di esserci spiegati. Vorremmo avere domande e dare risposte.

Ritorneremo con altri articoli sulle "caste", da quella dei sindacati a quella dei magistrati, da quella degli ordini professionali a quella del sottobosco regionale. Insomma, parleremo di tutte le caste!